La selezione genetica degli embrioni migliora il tasso di gravidanza?

L’applicazione del test genetico preimpianto per l’aneuploidia (PGT-A), precedentemente noto come screening genetico preimpianto (PGS) sta crescendo rapidamente anche in Europa dove si osserva una domanda crescente da parte dei pazienti. Ma la selezione genetica degli embrioni migliora il tasso di gravidanza? Vediamo insieme se questa costosa metodica migliori in effetti il tasso di gravidanza.

Il razionale della selezione genetica degli embrioni

Diverse strategie per effettuare il test dei cromosomi, come il PGT-A, sono state originariamente progettate per migliorare i risultati di fecondazione in vitro. In particolare, lo scopo del PGT-A era inizialmente:

  • aumentare il tasso di gravidanza
  • aumentare il il tasso di nati vivi
  • ridurre i tassi di aborto spontaneo
  • ridurre il tempo per l’ottenimento di una gravidanza
  • migliorare i successi di donne di età avanzata
  • aumentare i successi di donne con ripetuto fallimento dell’impianto embrionario
  • aumentare i successi nei casi di abortività ripetuta

Perché la selezione genetica degli embrioni si è rivelata inutile

Alcune delle premesse della PGT-A si sono dimostrate false ed in particolare:

  • l’abortività ripetuta non è una valida indicazione alla PGT-A
  • con l’implementazione della tecnologia molecolare, l’ipotesi che gli embrioni umani siano geneticamente normali (euploidi) o anomali  (aneuploidi) si è rivelata una nozione piuttosto ingenua.
  • l’incapacità di distinguere in modo certo gli embrioni normali da quelli anomali (Scott 2016) è probabilmente la principale causa del fallimento di questa metodica.

L’embrione in fase precoce di sviluppo è sicuramente in fase di cambiamento e non ha un assetto genetico-cromosomico statico come ipotizzato in precedenza. Invece, gli embrioni preimpianto sembrano mostrare un’elevata plasticità del genoma.

In molti casi, molto probabilmente, la PGT-A non riflette la reale costituzione cromosomica dell’embrione. Infatti si basa sul prelievo di circa 5-10 cellule della parte esterna dell’embrione.

E’ stato dimostrato in modo inequivocabile con stringenti calcoli matematici che almeno 27 cellule prelevate sarebbero necessarie per una diagnosi di certezza. Ma questo numero elevato di cellule asportate danneggerebbe l’embrione in modo irreversibile.

Perché la selezione genetica degli embrioni può essere dannosa per l’embrione

Il Gruppo Donnamed ha dimostrato che la biopsia dell’embrione, necessaria ad effettuare la PGT-A, può essere dannosa per l’embrione.

Infatti il numero di cellule prelevate non può essere certo e spesso può eccedere il numero di 5-10 cellule generalmente prelevate (Tocci 2020, Tocci 2020).

La biopsia può dunque causare:

  • difetti di impianto embrionario
  • anomalie nella produzione di molte sostanze essenziali allo sviluppo corretto dell’embrione
  • modulazione di geni che possono causare svariate complicanze della gravidanza tra cui l’ipertensione gravidica, pericolosa sia per il feto che per la donna.

Approfondimenti

Tocci A. The unknown human trophectoderm: implication for biopsy at the blastocyst stage. J Assist Reprod Genet. 2020;37(11):2699-2711.

Tocci A. Hypothesis: human trophectoderm biopsy downregulates the expression of the placental growth factor gene. J Assist Reprod Genet. 2021;38(10):2575-2578.

Scott RT Jr, Galliano D The challenge of embryonic mosaicism in preimplantation genetic screening. Fertil Steril. 2016 105:1150–2.